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Channel: Commenti a: La nostra storia in centosessanta caratteri
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Di: massimo t marini

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tutto vero maestro…ma come dimenticare che nella brevità risulta la natura stessa di un tempo?!

Ad ogni scrittore una realtà e per ciascuno tanti mondi possibili, con la non sottile differenza che hai sottolineato in fondo:
una moltiplicazione di voci e storie, una narrazzione collettiva impensabile con le teconologie di solo quarant’anni fa.
E tanto fa la differenza.

Mi trovo invece in linea col pensiero Wu-Minghione quando cerca di tracciare il segno di una qualità che, per gioco forza, la quantità tende ad affogare.
E condivido la linea dell’epica (Saviano ne è un altro esempio fortunato, con i suoi tentativi di rendere la dimensione eroica tra le maglie della realtà), quella capacità rara di sollevare il racconto oltre l’estemporaneo e arricchirlo di una dimensione emotiva universale, capace di trascendere posti e storia.

Come il Kurtz di Conrad, o il vecchio col suo mare, come il Cary Grant di 54 (grande romanzo storico, oltre la storia…)e via narrando…

Condivido la necessità di un’epica contemporanea.
Un’epica del quotidiano che sappia selezionare le grandezze di un condominio, le voci aldilà del brusio, il fascino della storia siamo noi…nessuno si senta escluso…


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